La cucina di Capalbio è famosa sia per i piatti legati alla terra che a quelli legati al mare, il Capalbio Bianco infatti ben si accompagna ai molluschi e ai crostacei ma anche ad alcuni prodotti tipici toscani quali la panzanella, il marzolino e la minestra di riso. Mentre il Capalbio rosso viene degustato anche dalla popolazione locale con piatti sempre tipici toscani molto più strutturati e corposi come ad esempio i fegatelli, il polpettone alla fiorentina, la ribollita, la bistecca alla fiorentina e la lepre. Infine il rosato invece accompagna i tipici crostini con il lardo di colonnata, la caciotta toscana, la pappa con il pomodoro e le varie zuppe di lenticchie e legumi in generale. Inoltre per i più golosi non mancano i dolci, pasticceria secca come i tipici biscottini di Prato, i brigidini, il castagnaccio e i ricciarelli.
Classico del menù il cinghiale, animale che si aggira nell’incontaminata natura della maremma, il piatto forte è il cinghiale alla cacciatora, ai capalbiesi, piace cucinarlo, marinando prima la carne con olio, sale, pepe e rosmarino, poi lo passano in un tegame, con pomodoro, peperoncino, vino, alloro e un po’ di concentrato di pomodoro e lo lasciano cuocere per due ore, il tripudio di sapori è servito, non esitate a chiedere la ricetta, ci sarà sempre qualcuno pronto ad accontentarvi.
Nel periodo di settembre, dal 10 al 14, si festeggia la sagra del cinghiale, durante la quale il borgo si anima di eventi culturali come il Palio della Madonna della Provvidenza: tradizionale palio in cui si sfidano i cavalieri delle Contrade e in concomitanza è possibile degustare, nei tipici chioschi, questa prelibatezza, accompagnato da un’altra eccellenza della tavola nostrana, il Morellino di Scansano DOCG. Un vino rosso rubino, dal sapore caldo e intenso, reso tale dall’esposizione dei vigneti alle brezze marine e ai venti di tramontana, apprezzato in tutto il mondo, si abbina in modo perfetto alla cucina tipica della Maremma.
Può essere servito con l’antipasto a base di salumi tipici, con il primo ad esempio, buona è la pasta fresca fatta in casa con ragù di carne, ma soprattutto ottimo è gustarlo con la selvaggina, oltre al già citato cinghiale anche la lepre e il fagiano. Le uve utilizzate, per questo magnifico vino, arrivano dai vitigni Sangiovese, esclusivamente dai territori della provincia di Grosseto tra i fiumi Ombrone e Albegna. Dulcis in fundo i Cantucci di Capalbio, immersi nel vinsanto